Dietoterapia: strategia personale per combattere e vincere il male oscuro dentro di noi

Prevenire è meglio che curare. La parola cancro deriva dalla parola greca karkinos granchio, tenaglia, forcipe e ultimamente questa patologia sembra effettivamente attanagliarci con le sue chele e trascinarci nelle tenebre. 

Il cancro è la seconda causa di morte nei paesi industrializzati, dopo le malattie cardiovascolari. E’ una patologia multifattoriale, molto complessa e quindi altrettanto difficile da curare.
La prevenzione primaria dei tumori è quindi un obiettivo importante.
E’ chiaro che è bene per tutti tenere conto di tutte le possibilità di prevenzione e di cura.

La tipologia e la diffusione dei tumori cambia in base al sesso. Nell’uomo sono più frequenti: il cancro del polmone e delle vie aerodigestive superiori (bocca, faringe, laringe), del colon, della prostata, dello stomaco, della vescica e dell’esofago. Nella donna invece: il tumore della mammella, del colon, dell’utero, dello stomaco e dell’ovaio.
Molteplici sono gli agenti cancerogeni con cui entriamo in contatto quotidianamente.
Questi fattori benché vari e numerosi agiscono tutti nello stesso modo: provocano una mutazione nel DNA delle nostre cellule. La mutazione da origine a un processo che permette alla cellula cancerosa di proliferare senza più controllo. I fattori endocrino-riproduttivi sono responsabili del 12% dei casi di tumori, il 3% è dovuto a fattori genetici e il restante l’85% dei casi di tumore è conseguenza di fattori ambientali. La causa ambientale è stata evidenziata osservando che l’incidenza nella popolazione delle diverse neoplasie varia ampiamente a seconda delle aree geografiche.
Si è visto inoltre che il rischio più consistente deriva dalle abitudini nutrizionali: il 30% dei casi di cancro è legato all’alimentazione. Una dieta equilibrata e corretta è in grado di ridurre del 30-40% il rischio di sviluppare un tumore. Un dato per niente irrilevante e soprattutto un fattore di rischio modificabile. I meccanismi con cui gli alimenti favoriscono lo sviluppo di un tumore sono complessi, ma in maniera semplificata possiamo distinguere fattori alimentari negativi che favoriscono lo sviluppo tumorale e fattori positivi che ci proteggono.

Vediamo insieme l’influenza del cibo sui tumori più diffusi
CANCRO POLMONE: carenza di frutta e verdura ricchi di beta-carotene. Presenta il tasso di mortalità più alto e nei paesi europei rappresenta circa il 20 % di tutti i tumori maligni. Il semplice fatto di non fumare o di smettere potrebbe far calare vertiginosamente la sua frequenza.
CANCRO ESOFAGEO: obesità, alcol, consumo bevande bollenti, deficit di frutta e verdura, nitrosamine (sono dei potenti cancerogeni che si trovano in molti cibi conservati, insaccati e carne in scatola, o si formano nello stomaco per reazione chimica tra i nitrati e gli aminoacidi).
CANCRO GASTRICO: cibi salati e affumicati, deficit di frutta e verdura.
CANCRO PANCREAS: diete ad alto contenuto di alcol e grassi e carenza di frutta.
CANCRO FEGATO: alcol e cibi contaminati (aflatossina prodotta da alcuni funghi).
CANCRO COLECISTI: obesità
CANCRO COLON_RETTO: è la più frequente neoplasia del tratto gastroenterico. Recentemente un tumore al colon ha portato via la mia cara amica. Non le ha lasciato scampo, anche se lei lo ha fieramente combattuto dall’inizio, senza lamentarsi, affidandosi ai medici e ragionando insieme ma lasciando comunque a loro la scelta finale su quello che era più giusto fare. E non ho potuto far niente per aiutarla. Ma posso continuare a far sapere che quello che mangiamo ogni giorno è fondamentale per prevenire e combattere malattie mortali.
Alimenti protettivi sono i cereali, legumi, verdure (cavoli, broccoli, pomodori), frutta (mirtilli, mela, agrumi), aceto di mele, aglio, kiwi, menta, origano, salvia, olio extravergine d’oliva, peperoncino, semi di girasole e zucca, tè verde.
Alimenti dannosi sono i grassi animali e l’alcol se consumati in eccesso.
La chirurgia assicura alte percentuali di guarigione variabili dall’80 al 95% se il tumore è diagnosticato precocemente, prima della diffusione ai linfonodi. Purtroppo però circa il 23 % dei pazienti giunge alla diagnosi già in fase metastatica.
Importantissimo è quindi lo screening iniziale per la diagnosi precoce del Ca colon-rettale :
Tutti dopo i 50 anni: ricerca del sangue occulto nelle feci ogni anno + colonscopia se Hemoccult positiva.
Paziente con familiarità per adenoma o Ca colon-rettale, asintomatico stesso screening ma con inizio a 40 anni.
CANCRO AL SENO. Il numero di casi di carcinoma mammario è aumentato in maniera significativa a partire dagli anni ‘70, con i cambiamenti dello stile di vita nel mondo occidentale. Tra il 1998 e il 2002 il tumore della mammella è stato il tumore più diffuso fra le donne e la prima causa di morte per tumore. Per fortuna, nonostante si osservi una tendenza in aumento dell’incidenza, la mortalità è in diminuzione, probabilmente per una maggiore frequenza di diagnosi precoci con gli screening mammografici. 
La maggior parte dei carcinomi della mammella si sviluppa nelle donne di età superiore a 50 anni. Una percentuale compresa tra il 5-10% dei carcinomi della mammella è rappresentato da tumori ereditari. In questi casi il rischio aumentato di sviluppare un tumore per una predisposizione di tipo ereditario è legato alla presenza di particolari geni presenti nelle cellule. Se si ereditano questi geni difettosi, si ha un rischio elevato di sviluppare il cancro della mammella in giovane età e una maggiore predisposizione ad ammalarsi anche di carcinoma dell’ovaio.
La prima opzione per ridurre il rischio di malattia è cambiare stile di vita, mangiando in maniera diversa. Infatti non tutte le donne che hanno una mutazione genetica sviluppano il tumore e allora è stato ipotizzata una capacità dello stile di vita e della dieta di influenzare la cosiddetta “penetranza del gene”, cioè la capacità del gene di provocare la malattia. In alcune famiglie si riscontra la presenza di più donne con carcinoma mammario, anche in questi casi lo stile di vita e il modo di mangiare comune ai gruppi familiari potrebbe essere implicato nel favorire lo sviluppo del tumore. Importante per la prevenzione e per la guarigione è modificare lo stile nutrizionale per riuscire a riequilibrare il proprio quadro ormonale (maggiore è il livello degli estrogeni maggiore è il rischio di ammalarsi di tumore della mammella).
Alimenti protettivi sono frutta e verdura ricchi di licopene e vitamine. Il licopene è un carotenoide con spiccate proprietà antiossidanti capace di legare il fattore di crescita cellulare IGF. L’ IGF è l’effettore dell’ormone della crescita ed è uno dei principali fattori che stimolano la proliferazione cellulare. La vitamina A (presente in forma di provitamina in carote, pomodori, peperoni, zucca, spinaci, erbette, bietole, cicoria, broccoli, indivia, lattuga, radicchio verde, albicocche, pesche, meloni, cachi, papaia) interviene nella regolazione della moltiplicazione cellulare. Gli stessi risultati non si raggiungono con l’introduzione della vitamina come supplemento in pillole. Nelle donne in pre-menopausa un consumo giornaliero elevato di fibra (> 30 g) è in grado di ridurre del 50% la probabilità di sviluppare il tumore, rispetto a consumi inferiori (<20%). Le fibre favoriscono la concentrazione della vitamina A, riducono sia il riassorbimento intestinale degli estrogeni e sia la conversione del testosterone in diidrotestosterone
Gli estrogeni vegetali (fitoestrogeni: isoflanoidi, flavonoide e i lignani) contenuti nella soia e nei legumi possono contrastare la produzione di ormoni che favoriscono la nascita e la crescita del tumore. I lignani si trovano anche nei cereali, nel grano, nella frutta, nei vegetali e, soprattutto, nei semi di lino: sembrano ridurre la proliferazione cellulare, aumentare l’aptosi (morte cellulare programmata) e ridurre l’espressione di HER2 (recettore presente nel 20% dei tumori). Gli isoflanoidi presenti nella soia (tofu, tamari e latte di soia), nei legumi, riso, pomodori, frutta, vino e tè proteggono dai radicali liberi, rallentano e prevengono la crescita tumorale riducendo l’angiogenesi, ma attenzione alla cottura che parzialmente li distrugge. Gli isoflanoidi della soia possiedono anche una debole attività estrogenica di tipo protettiva. Importanti sono anche i cibi con capacità antiossidante come il selenio, la vitamina E, i polifenoli.
L’olio extravergine d’oliva sembra modulare inibendola l’espressione del recettore HER2 che favorisce il processo di cancerogenesi, coadiuvando in questo modo l’azione del farmaco diretto contro l’ormone.
Bassi livelli di vitamina D (attività antiproliferativa) sono associati con l’insorgenza e lo sviluppo di metastasi.
Alimenti dannosi sono la carne, gli zuccheri semplici, i latticini e l’alcol che determinano alti livelli sierici d’insulina e IGF, che cooperano con gli estrogeni nello stimolare la proliferazione delle cellule mammarie
CANCRO ALLE OVAIE. E’ un tumore preoccupante per tutte le donne. Non tanto per la sua incidenza che non è elevata, ma perché quando viene individuato di solito è troppo tardi per intervenire. Una diagnosi precoce è fondamentale ma non abbiamo ancora per questo tumore screening di massa. Ci sono tre forme principali: cancro ovarico, cancro ovarico associato al cancro del seno e cancro ovarico associato al cancro del colon. Queste associazioni fanno pensare a meccanismi simili di azione degli agenti tumorali e preventivi. Frutta e verdura ricchi di beta-carotene, avrebbero un ruolo protettivi per l’azione antiossidante nei confronti del DNA danneggiato dai radicali dell’ossigeno. 
CANCRO DELL’UTERO. I tumori dell’utero più frequenti sono quelli della cervice e dell’endometrio. Per quanto riguarda il tumore dell’endometrio l’età avanzata, il diabete, i disturbi epatici, l’obesità e l’infertilità sono fattori predisponenti. 
Il cancro della cervice uterina è essenzialmente una malattia trasmessa sessualmente. Il rischio inversamente correlato all’età del primo rapporto sessuale e direttamente correlato al numero di partner sessuali avuti nel corso della vita. L’infezione da papillomavirus umano(HPV) e lo sviluppo di una neoplasia cervicale sono fortemente associati.
Fattore protettivo: uso di frutta e verdura ricche di beta carotene.
CANCRO ALLA PROSTATA. Il tumore alla prostata è il più diffuso tumore maschile e nei paesi occidentali costituisce la seconda causa di morte dopo il tumore polmonare. 
Fattori di rischio non modificabili: l’età (dopo i 50 anni sia l’incidenza di carcinoma prostatico, sia la mortalità aumentano in maniera esponenziale), la storia familiare (l’incidenza nei congiunti di pazienti che ne sono affetti aumenta di almeno quattro volte), la razza (l’incidenza e la mortalità della neoplasia prostatica sono decisamente più elevate nei paesi occidentali rispetto a quelli orientali e ad alcune aree del Mediterraneo).
Fattore di rischio modificabile: lo stile nutrizionale. Gli studi epidemiologici di confronto tra varie popolazioni hanno dimostrato una stretta correlazione tra elevate quantità di grassi animali, latticini e proteine nella dieta e insorgenza e progressione del tumore. Il rischio di carcinoma prostatico nelle popolazioni immigrate negli Stati Uniti tende ad aumentare di circa tre volte in una sola generazione e diventa sovrapponibile a quello della popolazione indigena in poche generazioni. Questo dato fa riflettere sull’importanza dei fattori ambientali e, in particolare, di quelli alimentari.
Il tumore prostatico è infatti ormono-dipendente (gli androgeni esercitano il loro danno tramite uno stress ossidativi) e un regime alimentare ad elevato contenuto di grassi può essere associato con livelli cronicamente elevati di androgeni e squilibri degli steroidi sessuali. La dieta occidentale, la nostra dieta, è caratterizzata da un elevato contenuto di grassi e proteine e da un ridotto apporto di fibre e vitamine. La dieta asiatica - dove l’incidenza di questo tumore è irrilevante - è povera di grassi e ricca di alimenti a documentata azione protettiva per le patologie tumorali.
Vista quindi l’alta incidenza del tumore della prostata, è auspicabile che la terapia nutrizionale coinvolgesse tutti i maschi dopo il 4° decennio di vita. Vi sono tuttavia categorie a rischio più elevato nelle quali l’utilizzo di una dieta appropriata (ricca di fibre vegetali, vit. A, C, D3, E, carotenoidi, polifenoli, zinco e selenio) è particolarmente consigliata.
 CATEGORIE A MAGGIOR RISCHIO DI TUMORE PROSTATICO:
1)    Soggetti con indice di massa corporea maggiore di 29
2)    Soggetti con anamnesi familiare positiva per tumore prostatico
3)    Soggetti giovani con PSA superiore a 2. 5 ng/ml in assenza di processi di flogosi prostatica acuta o cronica in atto.
4)    Presenza di PIN (neoplasia prostatica intraepiteliale) di basso o elevato grado alla biopsia prostatica
5)    Pazienti già sottoposti a prostatectomia radicale od a radioterapia per malattia localizzata allo scopo di ridurre il rischio di eventuale progressione di malattia .

 Autore: Dr.ssa Patrizia Colantonio
http://www.idoctors.it/articolo/dietoterapia--s/145/8

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