L'ipertrofia «naturale» non fa più paura

La diagnosi precoce rende sempre più rari gli interventi di disostruzione della ghiandola ingrossata

Secondo stime recenti, su mille uomini visitati per un controllo annuale in Italia 76 presentano patologie dell’apparato genito-urinario. Oltre alle 40 mila nuove diagnosi di carcinoma della prostata, a disturbare la salute della ghiandola maschile intervengono ipertrofia prostatica benigna (Ipb, disturbo conosciuto anche come adenoma prostatico) e prostatiti.

Se l’ingrossamento della prostata è para-fisiologico dopo i 40 anni (ovvero può interessare potenzialmente tutti gli oltre 14 milioni di uomini
ultraquarantenni), le infiammazioni (le prostatiti) sono molto frequenti anche nei ragazzi di 20 o 30 anni. «Le cure per questi disturbi sono soprattutto mediche; basta prendere dei farmaci e ormai raramente si ricorre all’intervento chirurgico — spiega Giuseppe Martorana, direttore del reparto di Urologia all’Azienda ospedaliera universitaria di Bologna e presidente del congresso nazionale della Società italiana di urologia oncologica, tenutosi nei giorni scorsi a Napoli —. Ma è fondamentale che gli uomini, quando avvertono un disturbo, vadano dall'urologo».

I segnali a cui prestare attenzione sono più o meno gli stessi sia per un’ostruzione della prostata che per la prostatite: minzioni notturne, stimolo frequente a urinare, urgenza della minzione, attesa, anche dopo l’urgenza (indice di una prostata presumibilmente ostruita), sensazione di non svuotamento della vescica, per cui si torna in bagno magari mezz’ora dopo aver fatto pipì. Bruciore ed eventuale febbre, invece, sono spia solo della prostatite. L’urologo davanti a questi disturbi potrà valutare quali sono gli esami necessari per chiarire il problema. Esami che inizialmente prevedono coltura delle urine, flussometria (per valutare la qualità della minzione se ne misura il "gettito"), test del Psa. E, eventualmente, ecografia addominale o transuretrale,Uro-Tac, uretro-cistoscopia.

L’ipertrofia di solito inizia a dare avvisaglie dopo i 50 anni o può essere semplicemente tenuta sotto controllo fino a quando i sintomi non diventano fastidiosi e si deve iniziare una cura, che può proseguire per tutta la vita perché i farmaci che si utilizzano oggi (alfalitici o derivati della finasteride-dutasteride) sono in genere ben tollerati. «Oggi si ricorre all’intervento di disostruzione, con il laser o la corrente alternata, solo se il paziente non risponde più ai farmaci o ha complicanze serie come il blocco urinario, a cui si arriva se l’Ipb viene non diagnostica o trascurata» dice Martorana. In caso di prostatite, trattandosi per lo più d’infezioni batteriche, si usano antibiotici e antinfiammatori. «Se il disturbo è cronico — conclude lo specialista — la cosa si complica sul piano psicologico, perché l’uomo fatica a tollerare un problema che riguarda l’organo sessuale e teme, in modo del tutto ingiustificato, che ci siano conseguenze, come impotenza e infertilità». Invece, basta seguire un giusto stile di vita per aiutare la salute della ghiandola: dieta corretta, regolarità intestinale, attività fisica regolare.
fonte:http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/11_giugno_25/ipertrofia-naturale-tumore-prostata-martinella_82783936-9f32-11e0-8488-e5128670a364.shtml

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