Prostata, i molti modi per rallentare il tumore


All'European Association of Urology occhi puntati sulle novità farmacologiche per i pazienti con una malattia in fase avanzata

MILANO – Come dimostrano i risultati di un’ampia sperimentazione americana condotta su quasi 1.200 uomini, c’è un nuovo farmaco in grado di migliorare la sopravvivenza nei pazienti con un carcinoma alla prostata in stadio avanzato. MDV3100, questo il nome del medicinale, è stato creato con un meccanismo che va bloccare un recettore cellulare che induce la progressione del tumore ed ha una storia particolare: è infatti stato ideato e messo a punto dai ricercatori della University of California di Los Angeles Charles L. Sawyers e Michael E. Jung, senza l’intervento di alcuna azienda farmaceutica (che entrerà in gioco solo ora, per la produzione). «E’ un’arma molto promettente che, visti i risultati del trial di fase III, potrebbe essere disponibile per i pazienti già fra un anno, un anno e mezzo – commenta Riccardo Valdagni, direttore del Programma Prostata all'Istituto Tumori di Milano -. E fortunatamente sono parecchi i farmaci in arrivo per chi ha una neoplasia in fase metastatica». Anche di questo si parlerà durante il convegno della European Association of Urology che si chiude oggi a Parigi, «dove i dati e le ricerche sulle nuove cure farmacologiche quest’anno sono state al centro dell’attenzione» aggiunge Giario Conti, responsabile dell’Urologia all’Ospedale Sant’Anna di Como e presidente dell’Associazione Urologi Italiani (Auro).
TANTE STRATEGIE CON UN SOLO SCOPO: RALLENTARE IL TUMORE - Negli ultimi anni sono arrivate alle fasi finali di sperimentazione molti farmaci diversi per il carcinoma prostatico metastatico, che raggiungono però uno stesso obiettivo: rallentano la progressione della malattia e allungano la sopravvivenza dei pazienti, con una buona qualità di vita. «Hanno indicazioni differenti a seconda del tipo di malattia, del numero di metastasi (che per il cancro alla prostata colpiscono nella stragrande maggioranza le ossa) o delle condizioni del paziente, ma possono anche essere usati in sequenza uno dopo l’altro – spiega Conti -: la grande sfida dei prossimi anni sarà scoprire se esiste una combinazione o un ordine “ideale”, che dà risultati migliori». Docetaxel (approvato nel 2004 e ora in uso clinico standard) ha aperto la strada: è stato il primo chemioterapico dimostratosi efficace contro il tumore della prostata ormono-refrattario. Ora, per i malati più critici con una neoplasia che progredisce dopo la chirurgia, la radioterapia e la cura ormonale e che sono resistenti alla castrazione chimica, abbiamo finalmente delle terapie», chiarisce Valdagni.
ECCO QUALI SONO LE NOVITA’ IN ARRIVO - « Fra queste c’è abiraterone, cura ormonale ad oggi disponibile in Italia solo per uso compassionevole (che consente l'utilizzo di un farmaco sperimentale quando sono state escluse o esaurite le altre soluzioni possibili per la cura della malattia), ma che dovrebbe entrare in commercio per l’estate 2012. Ci sono poi cabazitaxel, un nuovo chemioterapico approvato dall’Agenzia italiana del farmaco poche settimane fa, e alpharadine, un radiofarmaco (in fase III di sperimentazione, che potrebbe entrare in commercio tra un paio d’anni) che ha come target selettivo le metastasi ossee il cui metabolismo, e quindi la crescita, viene inibito, riducendo i sintomi dolorosi e migliorando la qualità di vita dei malati. Più complessa invece la vicenda del vaccino terapeutico sipuleucel-T (più noto come provenge), che per ora non viene prodotto (e non è approvato) in Europa. Infine è già disponibile denosumab, un anticorpo monoclonale che protegge le ossa dall’osteoporosi (spesso causata dai farmaci anticancro con un meccanismo ormonale) e che previene il rischio di fratture causato dalle metastasi.
Vera Martinella (Fondazione Veronesi)fonte:http://www.corriere.it/

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