Due studi apparsi contemporaneamente su Lancet Oncology evidenziano l'utilità prognostica della misurazione dell'espressione dell'mRNA nel sangue intero di pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione. Nel primo, un'équipe internazionale coordinata da William K. Oh, della Mount Sinai school of medicine di New York, ha analizzato i campioni di sangue periferico prelevati in modo prospettico da 202 pazienti con ca prostatico resistente alla castrazione. Dopo la verifica tramite Pcr di un gruppo di 168 geni correlati alla flogosi e al cancro prostatico allo scopo di ottenere biomarker efficaci di sopravvivenza, è stato messo a punto un modello a sei geni che ha permesso di distinguere i pazienti in due gruppi: uno a basso rischio, con sopravvivenza media di oltre 34,9 mesi, e uno ad alto rischio, con sopravvivenza media di 7,8 mesi. Nella seconda ricerca, condotto insiene da centri britannici e statunitensi, l'analisi dell'espressione dei profili genici è stata effettuata mediante processo bayesiano di scomposizione latente (Lpd), portando allo sviluppo di un test basato su nove geni. Tramite l'analisi Lpd,, i pazienti del set di derivazione sono stati suddivisi in 4 gruppi. Tutti quelli compresi nel Lpd1 (14 su 14) e la maggiore parte di quelli inseriti nei Lpd2 (17 su 18) avevano forme resistenti alla castrazione, gli altri 2 gruppi (appartenenti al set di validazione) erano sotto sorveglianza attiva. Gli studiosi hanno verificato che i pazienti classificati nel sottogruppo Lpd1 presentavano la prognosi peggiore (sopravvivenza globale Lpd1: 10,7 mesi vs 25,6 mesi nei non-Lpd1) e che il profilo genico individuato costituiva un fattore prognostico indipendente.
LANCET ONCOL. 2012 OCT 8. PII: S1470-2045(12)70263-2.
Lancet Oncol. 2012 Oct 8. pii: S1470-2045(12)70372-8
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